una signora entra in un negozio di animali
La signora Carla, una donna eccentrica con la passione per i cani di piccola taglia e i cappelli stravaganti, entrò in un negozio di animali. Voleva comprare un cane, ma non un cane qualsiasi. Voleva un cane che fosse intelligente, affettuoso, e che sapesse parlare in latino, o almeno, che sapesse cucinare un buon arrosto. Era una donna con richieste molto specifiche.
Si avvicinò al proprietario, un uomo stanco e rassegnato che aveva visto ogni tipo di cliente assurdo. “Mi scusi, signore. Cerco un cane. Ma un cane speciale. Deve essere un cane che sia in grado di parlare in latino. Lo ha?”
Il proprietario la guardò, poi indicò una gabbia con dentro un piccolo barboncino. “Signora, ho un barboncino che sa solo abbaiare. Ma è molto affettuoso. Se vuole, le posso insegnare a parlare in latino. Ma il cane non lo imparerà mai. È un barboncino, non un professore universitario.”
Carla si indignò. “Un barboncino? Non voglio un barboncino! I barboncini sono stupidi! Voglio un cane intelligente! Un cane che sappia cucinare un buon arrosto! Lo ha?”
Il proprietario si grattò la testa. “Signora, non ho cani che cucinano. Ma ho un gatto che sa aprire il frigorifero. Se vuole, le insegno a cucinare. Ma il gatto non lo farà mai. È un gatto, non uno chef stellato.”
Carla si avvicinò a un’altra gabbia, dove c’era un bellissimo pastore tedesco. “E questo? È un pastore tedesco, vero? È intelligente? È affettuoso? Sa parlare in latino?”
Il proprietario sorrise. “Sì, è un pastore tedesco. È intelligente, è affettuoso, e sa fare il caffè. Ma non parla in latino. Parla solo in tedesco. È un pastore tedesco, no?”
Carla si illuminò. “Caffè? Sa fare il caffè? Allora lo compro! Ma dimmi: **perché** non parla in latino? È un cane da pastore, no? Non dovrebbe essere colto?”
Il proprietario rispose con un sospiro. “Signora, perché il latino è una lingua morta. E il cane è vivo. E adesso, se vuole, le impacchetto il cane. E le do anche un sacco di cibo. E un libro di latino. Magari lo impara da solo.”
Carla uscì dal negozio, il pastore tedesco al guinzaglio, con un sorriso soddisfatto. Si avvicinò a una panchina e si sedette. Si rivolse al cane. “Allora, pastore tedesco. Mi fai un caffè? E a proposito, hai visto dove ho messo la mia penna d’oro?”
Il pastore tedesco abbaiò tre volte, poi abbaiò di nuovo in tedesco: “**Wo ist meine Wurst?**” (“Dov’è la mia salsiccia?”).
Carla si mise a ridere. “Sei un tesoro, pastore tedesco! Ma non ho salsicce. Ho solo un biscotto. E a proposito, hai mai pensato di fare un corso di latino? Ti sarebbe utile per parlare con me.”