una bionda straordinariamente bella
Samantha era una bionda straordinariamente bella. Non era solo bella, era una vera e propria visione: lunghi capelli dorati, occhi azzurri come il mare caraibico e un sorriso che avrebbe potuto fermare il traffico a Manhattan. Era anche, diciamocelo, un po’ distratta, e la sua mente vagava spesso in un mondo parallelo fatto di unicorni e scarpe firmate.
Un giorno, Samantha doveva prendere un aereo per Milano, ma si era persa all’aeroporto di Roma. Si avvicinò a un addetto al check-in, un uomo stanco e cinico che aveva visto ogni tipo di disastro aereo e umano. Samantha gli sorrise, e l’uomo si rianimò immediatamente. “Posso aiutarla, signorina?”
Samantha si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Sì, grazie mille! Sono qui per il mio volo per Milano. Ma non riesco a trovarlo. Ho guardato tutti i tabelloni, ma non c’è. E il mio biglietto dice che devo partire alle dieci. Che succede? Il mio volo è scomparso? È stato dirottato? Ho paura che sia un complotto contro di me!”
L’addetto prese il suo biglietto. “Vediamo un po’… Ah, signorina, ho capito. Vede, il suo biglietto dice **’Milano Malpensa’**. Ma lei è all’aeroporto di **Roma Fiumicino**. Sono a un po’ di distanza, lo sa?”
Samantha spalancò gli occhi. “Roma Fiumicino? Ma io non dovevo venire qui! Doveva essere Roma Ciampino! Mio agente di viaggio mi aveva detto che dovevo andare a Ciampino! È un disastro! Cosa devo fare ora?”
L’addetto, con una pazienza che non credeva di avere, le spiegò: “Signorina, non si preoccupi. Possiamo farle cambiare il biglietto per un volo da qui a Milano, che parte tra due ore. Ma la prossima volta, ricordi: Ciampino è per i voli economici, Fiumicino è l’aeroporto principale. C’è una grande differenza.”
Samantha annuì, poi indicò un cartello luminoso che mostrava l’orario di arrivo di un volo da New York. “Mi scusi un attimo. Vede quel volo lì? Quello che arriva da New York? Il cartello dice che è in ritardo di due ore. **Perché** è in ritardo? C’era traffico in cielo?”
L’addetto si massaggiò le tempie. “Signorina, il traffico non c’entra. Un ritardo può essere causato da condizioni meteorologiche, problemi tecnici, o… per motivi che non le saprei spiegare.”
Samantha gli sorrise di nuovo. “Capisco. Allora, la prossima volta che faccio un volo per New York, mi compro un ombrello. Non voglio che il mio volo sia in ritardo per colpa della pioggia. Lei è stato gentilissimo, grazie mille!” Se ne andò, lasciando l’addetto a fissare il vuoto. Pochi minuti dopo, tornò. “Mi scusi! Ultima domanda, e poi vado. Il mio volo per Milano… **è un aereo di linea o un treno**? Perché ho dimenticato di chiederlo al mio agente di viaggio, e ho paura che il treno possa bloccarsi in mezzo al cielo!”
L’addetto si mise a urlare, e il manager dovette intervenire. Samantha, ignara del caos che aveva creato, sorrise e mormorò: “Che simpatici che sono tutti qui. Devono essere molto stanchi per la fretta del Natale. Adesso vado a comprare un ombrello, e poi vado a cercare il mio aereo. Spero che non sia un treno. Non voglio che i miei tacchi si rovinino sulla pista.”