pochi giorni prima di natale
Pochi giorni prima di Natale, l’atmosfera nella casa della famiglia Rossi era tesa, non per la magia delle feste, ma per l’imminente arrivo dei parenti. Nonno Peppe, il capofamiglia, era noto per le sue barzellette datate e la sua tendenza a bere troppo spumante, mentre la zia Carmela era famosa per criticare ogni singolo dettaglio della cena e per portare sempre lo stesso regalo a tutti: un paio di calzini con un Babbo Natale stampato.
La mamma, esausta, si rivolse al figlio più giovane, il piccolo Lino, di otto anni. “Lino, tesoro, ti prego, sii gentile con la zia Carmela quest’anno. Non dirle che i suoi calzini sono brutti, e non parlare del fatto che Babbo Natale non esiste, per l’amor del cielo. Ricorda, il Natale è l’occasione per essere generosi e mentire.”
Lino annuì con un’espressione astuta. “Capito, mamma. Devo fingere. Ma in cambio, cosa mi dai?”
“Ti do un gioco in più sotto l’albero. Ma solo se sei convincente,” rispose la madre.
Arrivò il giorno di Natale. La zia Carmela arrivò per ultima, portando con sé il solito sacchetto di plastica contenente i calzini. Li diede a Lino, che li aprì con un sorriso forzato. “Grazie, zia! Sono i miei preferiti! Sono esattamente come quelli che ho ricevuto l’anno scorso! Sei una genia dei regali!”
La zia Carmela si gonfiò d’orgoglio. “Visto, cara? Il bambino apprezza le cose pratiche. Non come tua cognata, che mi ha regalato una candela che puzza di lavanda. Io sono tradizionale.”
Durante la cena, nonno Peppe iniziò con le sue barzellette. “Cosa fa un carabinieri al polo nord?”
Nessuno rispose, perché tutti conoscevano la risposta. Lino, ricordando l’accordo con sua madre, si schiarì la gola e urlò: “Nonno! Non dirla! Ti prego! È la barzelletta più divertente che abbia mai sentito, e se la racconti ora, non potrò più dormire per l’eccitazione!”
Il nonno, lusingato, si interruppe. La zia Carmela sussurrò alla madre: “Il tuo Lino è un tesoro. Un bambino così sensibile. Non come i miei nipoti, che mi trattano come una cassetta delle lettere.”
La madre sorrise, soddisfatta. Più tardi, quando tutti erano riuniti intorno all’albero, Lino si avvicinò alla zia Carmela. “Zia, ho una domanda per te. Sii onesta: Babbo Natale esiste davvero?”
La zia Carmela, un po’ brilla, rispose: “Ma certo, tesoro! Esiste! È lui che mi dà i calzini da regalare! È una collaborazione segreta!”
Lino annuì, poi si rivolse alla madre: “Mamma, Babbo Natale non esiste. Ma la zia Carmela è un genio della menzogna. Posso avere un altro gioco, per favore?”
La madre si rassegnò. **Il Natale non era la festa della verità, ma della contrattazione.** E Lino, a soli otto anni, era il miglior negoziatore della famiglia. L’unico mistero rimasto era: come diavolo faceva la zia Carmela a comprare gli stessi calzini ogni anno?