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pierino corre dalla mamma urlando

pierino corre dalla mamma urlando

Pierino, il re del disastro e della confusione, entrò in casa urlando come se avesse visto un fantasma. Sua madre, la signora Rossi, che era intenta a preparare il pranzo e a ignorare il rumore, si spaventò a morte. Lasciò cadere un mestolo di legno e si precipitò in salotto. “Pierino! Ma che succede? Ti sei fatto male? Hai visto un ladro? Hai per caso combinato un altro guaio?”

Pierino ansimava, gli occhi sgranati e le mani che tremavano. “Mamma! Mamma! Devi venire in giardino! Devi venire subito! C’è un mostro! Un mostro enorme! Ha le antenne, è tutto nero, e ha mangiato la mia bici! L’ho visto, mamma! L’ho visto con i miei occhi! Non mi crederai, ma devi venire!”

La madre si rassegnò. Sapeva che le iperboli di Pierino erano famose quanto le sue marachelle. “Pierino, non c’è nessun mostro in giardino. E la tua bici non può essere stata mangiata da nessuno. Cosa hai combinato con la bici, Pierino? Dimmi la verità!”

Pierino urlò ancora più forte. “Mamma! Ti giuro! L’ho visto! Era un mostro alieno! E ha lasciato una scia di bava verde sulla mia bicicletta! Adesso non potrò più andare a scuola! E a proposito, mamma, la scia di bava puzza di… di formaggio scaduto!”

La madre lo prese per mano e lo trascinò in giardino. Arrivati lì, si fermarono davanti alla bicicletta di Pierino. La bicicletta era a terra, e una grossa pila di immondizia nera le era caduta sopra. Non c’era nessun mostro, ma c’era un gatto nero che stava cercando di tirare fuori una buccia di banana dalla spazzatura. La “scia di bava verde” era semplicemente la melma di un sacco della spazzatura che si era rotto.

La madre si rivolse a Pierino con un tono severo. “Pierino, non è un mostro. È il gatto del vicino che ha rovesciato la spazzatura. E quella non è bava verde, è il contenuto del sacchetto rotto. E la tua bicicletta non è stata mangiata, è solo schiacciata. Adesso, vai a pulire, e non urlare più per nulla. E a proposito, hai visto dove ho messo la mia penna d’oro?”

Pierino si sentì un po’ in colpa, ma trovò subito una via di fuga. “Mamma, non è stata colpa mia! È stata colpa del gatto! Non doveva rovesciare la spazzatura! E a proposito, la penna d’oro? Credo di averla vista nel bidone della spazzatura, prima che il gatto la mangiasse!”

La madre si mise le mani nei capelli. **Vivere con Pierino era una lotta quotidiana contro la sua immaginazione iperattiva.** E il mistero della penna d’oro rimaneva un enigma. Pierino, nel frattempo, aveva preso un bastone e stava cercando di “uccidere il mostro di spazzatura”. La madre sospirò. Era una battaglia persa.