madre anziana in una casa di riposo
La signora Elvira, ottantacinque anni e una memoria selettiva perfetta per i pettegolezzi, viveva nella Casa di Riposo “Serena Alba”. Il suo unico figlio, Alberto, la visitava ogni domenica, portandole fiori e l’ultima edizione del giornale sportivo, sapendo che sua madre era una tifosa sfegatata di calcio.
Durante la visita, Alberto si sedette vicino a lei, cercando di fare conversazione. “Mamma, come stai? Ti trovi bene qui? Ti piace la nuova infermiera, Maria? È molto brava, sai.”
Elvira lo guardò con i suoi occhi vispi. “Sto benissimo, Alberto. Il cibo è buono, anche se la minestra sa di acqua. E Maria? È una brava ragazza. Ma dimmi, tesoro, chi è quell’uomo che viene a trovarmi ogni domenica? Mi sembra un tipo simpatico, ma non mi ricordo il suo nome.”
Alberto si sentì pungere. “Mamma, sono io! Sono tuo figlio, Alberto! Vengo a trovarti ogni settimana!”
Elvira scosse la testa. “Ma figurati, Alberto. Mio figlio è molto più bello di te, e soprattutto, mi porta sempre un pacchetto di sigarette di nascosto, anche se ha smesso di fumare da vent’anni. Tu, invece, mi porti solo i fiori. Sei troppo educato. Ma non preoccuparti, sei un bravo ragazzo, anche se hai una faccia un po’ da pesce lesso.”
Alberto, ferito nel profondo, cambiò argomento. “Mamma, hai letto il giornale? Hanno parlato della partita di ieri. Hanno vinto! Non sei contenta?”
“Hanno vinto? Certo che sono contenta! Sai, Alberto, c’è un signore qui, il signor Giulio. Anche lui tifa per la stessa squadra. Ogni sera mi racconta dei suoi successi. È un uomo così interessante. È stato in guerra, è un eroe di guerra. E mi regala i cioccolatini. Tu, invece, non mi dai nemmeno un cioccolatino.”
Alberto non resistette. “Mamma, Giulio è qui perché ha finto di essere un eroe di guerra per avere la pensione! In realtà, non ha mai lasciato il suo paese! È un bugiardo e un imbroglione!”
Elvira si strinse nelle spalle. “E con questo? Almeno lui è divertente! Tu sei noioso, Alberto. E, a proposito, il signor Giulio mi ha chiesto se lo sposo. Tu cosa ne pensi?”
Alberto si alzò di scatto. “Mamma, non puoi sposare Giulio! È un truffatore! E poi, sei già sposata con mio padre!”
Elvira scoppiò a ridere, una risata sincera che le illuminò il viso. “Ma certo che mi ricordo di tuo padre, Alberto! Ma Giulio mi ha detto che se lo sposo, mi paga il parrucchiere una volta a settimana! E poi, mi ha promesso che la nostra festa di matrimonio la faremo in un campo di calcio! Capisci? Un campo di calcio! È un sogno! Se tuo padre fosse vivo, sarebbe geloso! Adesso, dammi quei fiori e vai a trovare tuo padre… Anzi, aspetta. Dove l’ho messo il mio anello di fidanzamento? Non lo trovo più. Credo che me l’abbia rubato quella Maria. Vado a cercarlo. Ciao, ragazzo con la faccia da pesce lesso!”