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la maestra chiede ad una classe

la maestra chiede ad una classe

La Maestra Elena, stanca della monotonia della grammatica, decise di stimolare la creatività della sua classe di quarta elementare. Si schiarì la voce e si rivolse ai suoi venti alunni, tutti con gli occhi fissi su di lei in attesa di una nuova follia didattica. “Bambini! Oggi facciamo un esperimento interessante. Voglio che tutti pensiate a una cosa che il mondo non dovrebbe mai sapere su di voi. Un segreto! Un mistero! Chi inizia?”

La prima ad alzare la mano fu Sofia, la bambina più brava della classe. “Maestra! Il mio segreto è che non ho mai letto il mio libro di fiabe preferito. Ho sempre guardato solo le figure! E mi vergogno un po’, perché tutti pensano che io sia una lettrice appassionata.”

La Maestra Elena sorrise. “Molto onesto, Sofia. Bravo. E tu, Marco?”

Marco, il burlone della classe, si alzò con un sorriso malizioso. “Maestra, il mio segreto è che ho sostituito lo zucchero nel suo caffè con il sale! L’ho fatto solo per vedere la sua reazione. Però, mi scusi, Maestra! Non lo farò più! Ma la sua faccia era così divertente!”

La Maestra Elena si rabbuiò un po’, ma continuò. “Marco, sei in punizione. Ma grazie per la confessione. E tu, Giada?”

Giada, la bambina più timida, mormorò: “Maestra, il mio segreto è che ogni volta che dormo, mi porto a letto il mio gatto. E il gatto si addormenta sempre sul mio cuscino. E io non dormo mai, perché ho paura di svegliarlo. È un segreto, Maestra! Non lo dica a nessuno!”

La Maestra Elena sorrise. “Giada, è un segreto adorabile. E adesso, tocca a te, Pierino. Qual è il tuo segreto? La cosa che il mondo non dovrebbe mai sapere su di te?”

Pierino si alzò, si grattò la testa, e urlò: “Maestra! Il mio segreto è che **ho rubato i biscotti dal tuo cassetto!** Li ho presi stamattina, prima che tu entrassi in classe! E li ho mangiati tutti! E adesso ho un mal di pancia terribile! E a proposito, Maestra, perché hai solo un biscotto con le gocce di cioccolato? Sono i miei preferiti! Non è giusto!”

La classe scoppiò a ridere. La Maestra Elena era furiosa, ma si calmò subito. “Pierino, sei in punizione. E non devi rubare i biscotti. Se vuoi un biscotto, devi chiederlo. E adesso, la mia domanda per te, Pierino, è: perché hai confessato una cosa così ovvia?”

Pierino rispose con la sua solita innocenza: “Maestra, perché mi hai detto che devo dire la verità. E poi, se non lo dicevo, non avrei mai saputo se erano solo tre biscotti o quattro. E a proposito, Maestra, il mio vero segreto è che ho anche rubato la penna d’oro dal tuo cassetto. La uso per scrivere le lettere d’amore alla mia fidanzata. È un segreto, Maestra! Non lo dica a nessuno!”

La Maestra Elena si lasciò cadere sulla sedia, sconfitta. “Pierino, tu sei un caso disperato. Vai a sederti. E non parlare più di segreti. La mia vita è già un mistero abbastanza grande. Adesso, andiamo avanti con la grammatica. E la prossima volta, porto i biscotti per tutti. **Forse.**”