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una vecchia signora si sta girando

una vecchia signora si sta girando

La signora Elvira, ottantacinque anni e una fervente devota di Santa Maria delle Pappe, era seduta in chiesa per la messa domenicale. Nonostante la sua età, era ancora molto agile e aveva un’udito selettivo: sentiva solo quello che voleva sentire. Durante la predica del prete, la signora Elvira si sentì osservata. Si girò lentamente e vide un uomo giovane, vestito di nero, seduto dietro di lei, con un’espressione strana sul volto. L’uomo la stava fissando.

Elvira si spaventò. Pensò che fosse un ladro, o peggio, un cacciatore di vecchiette. Si strinse la borsa al petto e si girò di nuovo. Ma l’uomo era ancora lì, che la fissava. Elvira si fece coraggio e si girò di nuovo, sussurrando: “Ehi, giovanotto! Ma che mi guardi? Hai visto un fantasma? Non ti vergogni di guardare una vecchia signora in chiesa?”

L’uomo si fece un po’ imbarazzato. “Mi scusi, signora. Non la stavo guardando. Stavo solo cercando di seguire la predica. E a proposito, il prete ha detto che dobbiamo essere gentili con gli anziani. Non mi guardi male!”

Elvira si fece pensierosa. “Il prete ha detto che dobbiamo essere gentili con gli anziani? Allora perché mi guardi con quell’espressione strana? Sembri un assassino! Adesso, dimmi: **perché** sei qui? Sei un ladro? Sei venuto a rubarmi la borsa?”

L’uomo si alzò. “Signora, non sono un ladro. Sono un teologo, e sto studiando la filosofia della religione. E a proposito, sono qui perché il prete mi ha chiesto di aiutarlo a distribuire l’Eucaristia. E lei, signora, è la mia prossima vittima. Venga, signora! Prenda l’ostia! È il corpo di Cristo!”

Elvira si spaventò. “Il corpo di Cristo? Non voglio il corpo di Cristo! Voglio la mia pasta! E voglio andare a casa! Adesso, dimmi: sei un vampiro? Sei venuto a rubarmi il sangue? Se mi rubi il sangue, giuro che ti mando all’inferno!”

L’uomo sorrise. “Signora, non sono un vampiro. Sono un teologo. E non le rubo il sangue. Ma adesso, deve prendere l’ostia. È l’unica cosa che conta.”

Elvira si arrese. Prese l’ostia, la mise in bocca, e si sentì sollevata. L’uomo si allontanò, e Elvira si sedette di nuovo. Si rivolse alla donna accanto a lei. “Sorella, hai visto quel ragazzo? Voleva rubarmi il sangue! Era un vampiro! Ma l’ho sconfitto! Sono una guerriera!”

La donna sorrise. “Certo, Elvira. Sei una guerriera. Ma dimmi: **perché** hai urlato così forte?”

Elvira rispose con un sorriso malizioso. “Perché volevo che il prete mi sentisse. Volevo che sapesse che sono ancora viva. E a proposito, hai visto dove ho messo la mia penna d’oro?”