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un ragazzo avvicina una ragazza

un ragazzo avvicina una ragazza

Luca, un giovane di vent’anni con un ego smisurato e una tecnica di approccio che rasentava l’assurdo, vide una ragazza seduta da sola in un bar. Era bellissima, con i capelli rossi e gli occhi verdi, e stava leggendo un libro di filosofia. Luca decise che era la sua anima gemella. Si avvicinò al tavolo e si sedette di fronte a lei, senza chiederle il permesso.

“Ciao! Scusa se mi siedo, ma sei troppo bella per stare da sola. Io sono Luca, e tu devi essere un angelo caduto dal cielo. Sei così bella che mi hai fatto dimenticare il mio nome. Vuoi bere qualcosa?”

La ragazza lo guardò, poi tornò al suo libro. “Sono Marta. E non sono un angelo caduto dal cielo. Sono una studentessa di filosofia, e stavo leggendo un saggio sull’etica di Kant. E non voglio bere niente. E per favore, non mi disturbare. Sto cercando di concentrarmi.”

Luca non si scoraggiò. “Kant? Chi è Kant? È un tuo amico? Lo conosci? Magari posso parlargli e dirgli che sei troppo bella per studiare. Dovresti uscire con me! Ti porto a cena nel ristorante più elegante della città! Ti compro un mazzo di rose rosse! Cosa ne dici?”

Marta alzò gli occhi al cielo. “Senti, Luca. Kant è un filosofo tedesco. Ed è morto da duecento anni. E per quanto riguarda la cena, preferisco stare a casa e leggere. E le rose rosse mi fanno venire l’allergia. Non sei il mio tipo, Luca. Non mi interessi.”

Luca si fece serio. “Marta, tu sei un mistero. Sei bellissima, ma sei anche intelligente. È una combinazione rara. Dimmi: **cosa ti serve per essere felice?** Cosa posso fare per conquistarti? Dimmi la verità! Non mentirmi!”

Marta chiuse il libro e si rivolse a lui con un sorriso enigmatico. “Luca, per essere felice, ho bisogno di tre cose: un uomo che non sia superficiale, un uomo che sia in grado di parlare di filosofia, e un uomo che non mi faccia le solite battute da rimorchio. E poi, ho bisogno di una cosa in più: ho bisogno di un uomo che sappia dirmi: ‘Ciao, sono un filosofo, e ho una collezione segreta di nani da giardino. Vuoi venire a casa mia e vedere la mia collezione?'”

Luca si fece pensieroso. “Un filosofo… una collezione di nani da giardino… Capisco. Allora, Marta, sono un uomo che non è superficiale. E sono un uomo che non ti fa le solite battute. E a proposito, Marta, **sono un filosofo, e ho una collezione segreta di nani da giardino. Vuoi venire a casa mia e vedere la mia collezione?**”

Marta scoppiò a ridere. “Luca, tu sei pazzo! Ma sei anche divertente! Va bene, vengo a casa tua. Ma solo per vedere i nani da giardino. E a proposito, se hai una collezione di videogiochi, non la voglio vedere. I videogiochi sono la fine della filosofia.”

Luca si alzò e la prese per mano. “Marta, non ho videogiochi. Ho solo nani da giardino. E una collezione di libri di filosofia. Ma dimmi: **perché** i nani da giardino sono così importanti per te?”

Marta gli fece l’occhiolino. “Perché sono la prova che la superficialità è l’unica vera forma di arte. Adesso, andiamo. Voglio vedere i tuoi nani.”