un tizio entra in una casa isolata dove
Il signor Rossi, un rappresentante di aspirapolvere con una parlantina eccezionale e un innato senso dell’orientamento che lo portava sempre nei guai, si ritrovò sperduto in una nebbiosa strada di campagna. Era buio pesto e la sua macchina si era fermata. Vide una luce in lontananza: una casa isolata, immersa nell’oscurità. Decise di bussare, sperando di trovare un telefono o almeno un caffè caldo.
Bussò alla porta, ma nessuno rispose. Provò ad aprire: la porta era inspiegabilmente aperta. Rossi, che aveva più coraggio che buon senso, entrò. La casa era antica, piena di ombre, e regnava un silenzio inquietante. Guardò in giro e vide un camino spento e una grande sedia a dondolo vuota.
Rossi si fece coraggio. “C’è nessuno? Sono un rappresentante di aspirapolvere! Non voglio disturbarvi, ma ho bisogno di aiuto! La mia macchina si è rotta!”
Nessuna risposta. Rossi decise di cercare un telefono. Salì al piano superiore, e sentì un rumore strano, un lamento sommesso. Entrò in una stanza e vide una figura seduta in un letto a baldacchino. Era una vecchia, anziana, con i capelli bianchi e gli occhi socchiusi. La vecchia teneva in mano una bottiglia di vino vuota e urlava: “Voglio la mia pasta! Voglio la mia pasta! Non posso vivere senza pasta!”
Rossi si avvicinò, spaventato. “Mi scusi, signora. Sono il signor Rossi. Posso aiutarla? Vuole un’aspirapolvere? È la migliore sul mercato! Toglie tutte le macchie e i fantasmi!”
La vecchia lo guardò con occhi iniettati di sangue. “Un’aspirapolvere? Non voglio aspirapolvere! Voglio la mia pasta! E voglio il mio telefono! Voglio chiamare mio figlio e dirgli che sono ancora viva! Ma non posso! Ho dimenticato la password! E non ricordo il mio nome!”
Rossi si sentì male. “Signora, si calmi. Cerchiamo il telefono. Dov’è il telefono?”
La vecchia si indicò il naso. “Il telefono? È qui! Me lo hanno rubato! Adesso, dimmi: sei un fantasma? Sei venuto a rubarmi la pasta? Se mi rubi la pasta, ti giuro che ti mando all’inferno!”
Rossi si fece coraggio. “Signora, non sono un fantasma. Sono un rappresentante. E non le rubo la pasta. Ma adesso, devo andare. Devo trovare un telefono. Ciao!”
Rossi corse fuori dalla stanza, scese le scale, e uscì dalla casa. Si ritrovò sulla strada, ancora nella nebbia, e si sentì sollevato. Non aveva trovato un telefono, ma aveva trovato una storia da raccontare. Proprio in quel momento, vide un’altra luce in lontananza. Era un’altra casa. Rossi si fece coraggio. Bussò. E attese. **Il destino, a volte, è più divertente della realtà.**