un carabiniere trova una biglia
Il Carabiniere Salvatore, noto per la sua fervente dedizione al dovere e la sua interpretazione estremamente letterale del regolamento, stava pattugliando il parco pubblico quando notò un oggetto strano sull’asfalto. Era una biglia, una di quelle di vetro, di un bel colore verde brillante. Salvatore la raccolse, la esaminò, e la sua mente cominciò a elaborare un complesso piano d’azione.
Tornò in caserma, la biglia stretta nel pugno, e si precipitò nell’ufficio del Maresciallo. “Maresciallo! Abbiamo un caso! Ho trovato un oggetto non identificato che potrebbe essere collegato a un crimine!”
Il Maresciallo, che stava bevendo il suo caffè, lo guardò con un misto di rassegnazione e curiosità. “Carabiniere Salvatore, calma. Cos’hai trovato? Un proiettile? Un ordigno esplosivo? Un documento segreto?”
“No, Maresciallo. Ho trovato una **biglia**!” esclamò Salvatore, porgendo l’oggetto come se fosse un diamante grezzo. “L’ho trovata nel parco, vicino alla panchina dove il signor Rossi lascia sempre il suo cane. Questa biglia è lucida, perfettamente sferica, e non ha segni di usura. E se fosse la biglia di un bambino che è stato rapito? E se fosse un messaggio segreto? Un codice?”
Il Maresciallo prese la biglia e la fece rotolare sulla scrivania. “Carabiniere, è solo una biglia. Probabilmente è caduta dalla tasca di un bambino che stava giocando.”
“Ma Maresciallo! Non possiamo ignorare un potenziale indizio! E se fosse la biglia che ha causato l’incidente d’auto di ieri? Magari un ladro l’ha usata per distrarre il conducente! Dobbiamo analizzarla! Dobbiamo mandarla al laboratorio per le impronte digitali!”
Il Maresciallo sospirò, ma decise di assecondarlo per non perdere tempo. “Va bene, Carabiniere. Fai un rapporto dettagliato. Scrivi: ‘Oggetto ritrovato: Biglia (verde brillante, diametro 1 cm). Possibile utilizzo: Distrazione, arma impropria, o gioco di abilità’. E adesso, vai a fare il tuo turno di guardia. E per l’amor del cielo, non giocare con la biglia!”
Salvatore se ne andò, soddisfatto. Tornò al parco e si sedette sulla panchina. Tirò fuori la biglia, la esaminò di nuovo, e decise che aveva ragione: era un oggetto misterioso. Proprio in quel momento, vide un bambino che si avvicinava, piangendo disperato. “Signore! Signore! Ho perso la mia biglia preferita! È verde, e l’ho vinta in una scommessa con il mio amico. Se non la trovo, non potrò mai più giocare a biglie!”
Salvatore lo guardò. Era la sua biglia. Ma ora era un oggetto di prova. “Bambino! Non posso dartela! È una prova di un caso criminale! Ho trovato un legame con un incidente d’auto! Non posso dartela!”
Il bambino scoppiò a piangere ancora più forte. “Ma è la mia biglia! Me l’ha regalata mia nonna! È un ricordo!”
Salvatore si sentì in colpa, ma il dovere lo chiamava. Si alzò. “Ascolta, bambino. Vado dal Maresciallo e gli spiego la situazione. Se non c’è più pericolo, te la restituisco. Ma non piangere. Magari un giorno, potrai diventare anche tu un Carabiniere, e potrai indagare sulla tua biglia. Ciao!”
Il bambino urlò: “Signore! **Perché** i Carabinieri sono così strani?”
Salvatore non rispose. Corse in caserma, la biglia stretta in mano. Il Maresciallo non si era mosso. “Maresciallo! Il bambino ha identificato l’oggetto! È sua! Ma non posso ridarglielo! È la prova del crimine! Cosa faccio?”
Il Maresciallo lo guardò, poi prese la biglia, la mise in bocca, e la inghiottì. “Fatto, Carabiniere. Adesso non c’è più nessuna prova. Di’ al bambino che è stata rubata da un uccello molto vorace. Adesso, vai a fare un caffè, e non parlare più di biglie. E a proposito, hai visto dove ho messo la mia penna d’oro?”